giovedì 3 marzo 2016

Sul desiderio di disegnare: il Laboratorio della Forma


"...Quando chiedi ad una classe delle elementari in quanti disegnano, tutti alzano la mano.
Quando lo chiedi ad una classe delle medie, solo qualcuno alza la mano.
Quando lo chiedi ad un gruppo di adulti sei fortunato se uno solo alza la mano.
Quando mi chiedono quando ho iniziato a disegnare sempre rispondo: tu quando hai smesso di farlo?".

Queste sono le parole di Puño, illustratore, artista, esteta ed amico, in una conferenza sull'illustrazione e la creatività per MAD 2011, Madrid. 
Nella conferenza, che vi consiglio vivamente di vedere perché è davvero strabiliante (la trovate qui), lui dà una serie di validissime motivazioni sull'estinguersi della creatività in relazione alla crescita e al diventare esigenti verso la propria creatività.
Osservando i bambini e le attività che vengono loro proposte, ho notato quanto questa benedetta creatività venga da subito compromessa e indebolita, anziché realmente sostenuta. 

In questo post vi avevo raccontato quanto la creatività sia un tutto, quanto l'Arte non sia sinonimo di creatività ma solo un mezzo per sostenerla. L'Arte è un mezzo di espressione e di comunicazione archetipico, atavico, profondamente naturale - soprattutto all'inizio della nostra vita- per ognuno di noi. 
Una delle vie principali attraverso cui questo mezzo sboccia è il disegno. 
All'inizio il disegno è generato da gesti casuali: è lì che, quasi per caso, il bambino scopre che uno strumento lascia il segno. La chiamano fase degli scarabocchi, più avanti diventa disegno: lo diventa per noi che cominciamo a capirci qualcosa, lo diventa per il bambino che acquista consapevolezza e arricchisce i suoi segni con la sua esperienza del mondo. Compaiono  bambini, Omini Testoni, mamme papà nonni, case, alberi, il pallone, streghe e pirati e tutto quello che il bambino ha nel suo immaginario fantastico. 
E poi? 
Quando il bambino sa disegnare? Cosa gli viene proposto? 
Quanto abbandono c'è nella libertà del suo foglio bianco?
E un bambino che crede di non saper disegnare, che magari ha scoperto che non gli piace tanto, quanta paura può prendere davanti a tale abbandono? Quanto può sentirsi scoraggiato?

Ho sempre amato disegnare, fin da bambina. 
Sono fra quelle persone -poche come ci dice Puño- che possono dire ora, da grande, di non aver mai smesso di farlo. Ci ho costruito un lavoro, forse due o tre, e posso dire con certezza che disegnare è in assoluto la cosa che ho fatto di più nella mia vita e che più mi piace fare.
Eppure, ricordo il terrore del foglio bianco, del "cosa disegno ora"? 
Era un terrore legato per lo più a contesti scolastici laddove la creatività diventava, in un colpo solo, prova, prestazione, forse competizione, sicuramente risultato e in grande misura abbandono. 
Quel piccolo sgomento, volta dopo volta, prova dopo prova, mi seguiva anche a casa e si impossessava dei miei fogli bianchi. 
Avete mai riflettuto sul perchè si smette di disegnare? Sul perché un bimbo, magari ancora piccolo, dica che non gli piace disegnare? 

"Libertà che non sia abbandono" è proprio uno dei punti fondamentali del Metodo Bruno Munari ®, che su questo concetto ci viene in aiuto con uno dei laboratori base del Metodo: il Laboratorio della Forma. 
Fra i primissimi laboratori ideati proprio da Bruno Munari e progettati per la Pinacoteca di Brera e lì sperimentati per la prima volta, il laboratorio della forma ti offre la possibilità di essere creativo attraverso il disegno, sostenendo realmente le capacità del bambino, e solleticando, stuzzicando, allenando il desiderio di disegnare.

Cosa ti fa venire in mente questa forma? 


E se la ruoti?

Cosa la tua fantasia, la tua creatività, la tua inventiva riescono a vedere?



Ecco quello che ha visto, e poi disegnato, un gruppo di bambini di 4 anni. 

"La Onda"

"Montagna, una bimba e un cane"

"Un animale"

"L'acquario"

"Fantasma"

"Un coniglio"

"Un coccodrillo con nastro rosa"

"Due bimbi al mare"

"Un bambino" 

"Bambino"

"Elefante"

"Un orso"

"Un castello, che prima era un igloo"

"Un elefante"








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